Questa email pubblicata da Wikileaks dovrebbe far fischiare le orecchie a molti. Per approfondire alla fine inseriamo un breve approfondimento sugli amici concorrenti israeliani…
“Buonasera G., buonasera C.,
Mi permetto di segnalarvi che, secondo la mia modesta opinione, la nostra tecnologia dev’essere portata avanti al più presto e declinata secondo le esigenze del Governo Italiano.
Cominciano infatti a circolare annunci da parte di aziende di computer security e/o defense circa tecnologie simili.
Una di queste aziende e’ l’israeliana NICE, nostro partner, ma siamo sicuri che in realtà’ NON hanno trovato la soluzione ai problemi non banali sottostanti l’encryption SSL + TOR perché stanno chiedendo aiuto a NOI per risolverli — e noi non stiamo fornendo informazioni.
Un’altra e’ sempre israeliana con una sede a Milano, si chiama MAGLAN, nella loro home page a http://www.maglangroup.com/cyber_warfare.html il secondo punto e’ un claim molto forte ma personalmente sono piuttosto scettico al riguardo.
E’ ovvio che c’e’ un mare di differenza tra una tecnologia sviluppata in Italia da un’azienda sotto la vostra supervisione e una tecnologia israeliana che potrebbe essere disegnata con finalità multiple e oscure. A parte questo ribadisco che e’ tipico di queste aziende annunciare soluzioni che ancora non possiedono per generare interesse — sono banali strategie di marketing.
Ad ogni modo, secondo la mia modesta opinione, se vogliamo muoverci dobbiamo farlo ORA.
David Vincenzetti
CEO
Hacking Team”
NICE e Verint, il flirt israeliano
L’azienda NICE Systems, con ricavi da 1,1 miliardi di dollari, è stata fondata nel 1986 da 7 ex-militari israeliani. Il suo attuale Ceo, Barak Eilam, viene da una unità d’elite dell’intelligence delle forze armate, 8200. Le attività di questa unità speciale sono simili a quelle dell’americana Nsa o della britannica GCHQ (nomi che ci sono divenuti familiari con lo scandalo Datagate), e la sua area d’azione è soprattutto fuori dai confini di Israele. L’unità 8200 è il cuore pulsante dello stato di sicurezza hi-tech israeliano – secondo la definizione del Financial Times, che ricorda anche il coinvolgimento del gruppo nello spionaggio di palestinesi. Questo è dunque il retroterra di NICE Systems, parte integrante di quel complesso cyber-industriale-militare israeliano che ogni anno esporta prodotti per 6 miliardi di dollari.
Ma l’italiana Hacking Team – che nelle mail tra il Ceo Vincenzetti e i suoi contatti dell’Aise (ex-Sismi) diventa italianissima, e viene presentata come un asset strategico per l’intelligence del Paese – ha rapporti molto stretti, oltre che con NICE, anche con un’altra azienda legata a Israele, la già citata Verint, per anni una sussidiaria di Comverse divenuta indipendente nel 2013. Fondata da israeliani, tra cui Jacob “kobi” Alexander, un ex-agente dell’intelligence successivamente ricercato dall’Fbi per frode e corruzione, ha in Israele gran parte del settore ricerca e sviluppo. E anche in questo caso, notava il giornalista James Bamford già nel 2012, ci sono legami con l’unità 8200.